I quattro elementi – Terra, Aria, Fuoco e Acqua – sono una delle basi costitutive dell’astrologia. Vanno a formare le cosiddette triplicità, ovvero gruppi di tre segni appartenenti allo stesso elemento. Abbiamo quindi i segni di Terra (Toro, Vergine e Capricorno), i segni d’Aria (Gemelli, Bilancia e Aquario), i segni di Fuoco (Ariete, Leone e Sagittario) e infine i segni d’Acqua (Cancro, Scorpione e Pesci).
La teoria degli elementi nasce in seno alla filosofia presocratica e trova espressione in numerose culture, influenzando profondamente il pensiero umano attraverso i secoli. La ritroviamo infatti nella maggior parte delle tradizioni occidentali di matrice esoterica e spirituale. Quasi tutte le cosmogonie prevedono l’esistenza di quattro principi costitutivi di base, ai quali va ad aggiungersene un quinto denominato etere o quintessenza.
Filosofia Greca: Empedocle e la nascita della teoria dei Quattro Elementi
Il primo a sistematizzare la teoria dei quattro elementi all’interno di un quadro unitario fu Empedocle, nel V secolo a.C. Nel suo poema “Peri Physeos” (“Sulla Natura”), il filosofo agrigentino ci parla di come queste quattro radici, dette rizòmata, siano le basi fondamentali di tutta la materia esistente.
Nel frammento B 6 della sua opera troviamo scritto:
«Conosci innanzitutto la quadruplice radice
Di tutte le cose: Zeus è il fuoco luminoso,
Era madre della vita, e poi Idoneo,
Nesti infine, alle cui sorgenti i mortali bevono»
I sovrani del regno superno, Zeus ed Era, rappresentano quindi rispettivamente il Fuoco e l’Aria, mentre i guardiani degli inferi, Ade (Idoneo) e Nesti (Persefone), governano la Terra e l’Acqua. Abbiamo dunque due coppie di elementi che si muovono in direzioni opposte: i primi verso l’alto e i secondi verso il basso. Insieme, vanno a costituire il cosiddetto Sfero (Holon), uno stato di armonia originaria in cui le quattro radici convivono in una danza cosmica grazie alla spinta aggregante di Amore (Philìa). Questa forza mantiene la coesione tra gli elementi, unendoli tra di loro. Esiste però una forza opposta, Discordia (Neikos), che li spinge disgregarsi, introducendo il cambiamento e la molteplicità della realtà.
Empedocle concepiva il mondo come sottoposto a un ciclo eterno tra Amore e Discordia. C’è un periodo in cui Amore prevale, portando alla formazione di un’armonia perfetta, seguito da un periodo in cui diventa invece predominante Discordia, causando la rottura dello Sfero e la caduta verso il Caos, che distrugge tutta la materia. A questo punto il ciclo ricomincia grazie a un nuovo intervento di Amore, che riporta il mondo in uno stato di equilibrio.
Aristotele e il quinto elemento
Aristotele successivamente raffinò la teoria, introducendo la quintessenza, l’etere, associata ai corpi celesti. L’etere era concepito come un elemento sottile, incorruttibile e eterno, diverso dagli elementi terrestri che erano soggetti a mutamento e decadimento.
La visione aristotelica degli elementi era più complessa, incorporando anche le qualità di caldo, freddo, umido e secco, creando una mappa più sfumata e dettagliata della realtà. Abbiamo quindi il seguente schema:
- Terra: Caratterizzata dalla qualità del freddo e dalla secchezza.
- Acqua: Caratterizzata dalla qualità del freddo e dell’umido.
- Aria: Caratterizzata dalla qualità del caldo e dell’umido.
- Fuoco: Caratterizzato dalla qualità del caldo e dalla secchezza.
Aristotele associava ciascun elemento a un “luogo naturale” nella gerarchia cosmica. La Terra aveva la sua posizione più in basso, l’Acqua sopra di essa, seguita dall’Aria e dal Fuoco nella parte superiore. Questa visione rifletteva la percezione della natura come un insieme organico e ordinato. Inoltre, Aristotele discuteva delle trasformazioni degli elementi, affermando che potevano trasformarsi l’uno nell’altro attraverso due processi fondamentali: l’assorbimento (assunzione di qualità opposte) e la separazione (rimozione di una qualità). Ad esempio, l’Acqua può trasformarsi in Terra assorbendo la qualità secca o in Aria separando la qualità umida.
La Tetraktys di Pitagora e i quattro elementi
La Tetraktys è un simbolo matematico e filosofico che ha radici nell’antica Grecia e che è stato associato a diverse tradizioni, inclusa la filosofia pitagorica. Essa consiste in una figura triangolare costituita da dieci punti disposti in quattro file. La somma dei primi quattro numeri (1 + 2 + 3 + 4) nella Tetraktys è 10, che per i pitagorici rappresentava la perfezione e l’armonia dell’universo.
La Tetraktys è stata talvolta interpretata in relazione ai quattro elementi della filosofia antica. In questa interpretazione, i punti della piramide rappresentano simbolicamente questi elementi e i loro rapporti armonici. Ecco come i quattro elementi possono essere associati alla Tetraktys:
- Primo Rango (Monade): Simbolizza l’elemento fuoco, associato al principio attivo e alla trasformazione.
- Secondo Rango (Diade): Simbolizza l’elemento aria, la qualità calda e umida.
- Terzo Rango (Triade): Simbolizza l’elemento acqua, associato alla qualità fredda e umida.
- Quarto Rango (Tetrade): Simbolizza l’elemento terra, associato alla qualità fredda e secca.
Ippocrate e la teoria dei quattro umori
Ippocrate di Coo (460 a.C. – 377 a.C. Circa), considerato il padre della medicina occidentale, sviluppò una teoria medica nota come la teoria degli umori. Questa concezione, radicata nei principi degli elementi della filosofia antica, ha influenzato la medicina per secoli, plasmando la comprensione della salute e della malattia. I quattro umori – sangue, flema, bile gialla e bile nera – erano ritenuti responsabili del temperamento psicologico degli esseri umani.
- Sangue (Caldo e Umido): Ippocrate associava il sangue all’elemento Aria. Una persona con un predominio di sangue era considerata vivace, ottimista e socievole. Questo umore era legato al temperamento cosiddetto sanguigno, caratterizzato da entusiasmo e vitalità.
- Flegma (Fredda e Umida): Corrispondente all’elemento Acqua, il flegma era caratterizzato da freddezza e umidità. Un eccesso di flegma era ritenuto causa di pigrizia, letargia e una disposizione calma. Un individuo flemmatico era spesso considerato tranquillo, affettuoso e incline alle relazioni affettive.
- Bile Gialla (Calda e Secca): Associata all’elemento Fuoco, la bile gialla era vista come calda e secca. Un eccesso di bile gialla poteva portare a irritabilità, aggressività e un temperamento focoso, propriamente detto collerico. Caratterizzava personalità dirette e assertive.
- Bile Nera (Fredda e Secca): Collegata all’elemento Terra, la bile nera era considerata fredda e secca. Un eccesso di bile nera veniva associato a malinconia, pensieri cupi e una disposizione più introspettiva. Il temperamento melanconico era spesso legato a una personalità solitaria, riflessiva e tendente all’avarizia.
L’ermetismo e l’Alchimia: La Trasformazione degli Elementi
Nel corso del tempo, la teoria dei Quattro Elementi è stata trasformata ed estesa dall’ermetismo e dall’alchimia. Nelle tradizioni ermetiche, gli elementi non erano solo manifestazioni materiali, ma rappresentavano anche principi spirituali e archetipi. Gli alchimisti medievali cercavano la trasformazione dell’anima e della materia attraverso il lavoro con gli elementi, associando spesso ciascun elemento a una fase specifica del processo alchemico. Il simbolismo degli elementi diventò così intricato che si creò una correlazione tra essi e altre dualità, come il maschile e il femminile.
Sciamanesimo e la Connessione con la Natura
Mentre la teoria dei Quattro Elementi fioriva nell’Europa medievale, molte culture indigene praticavano tradizioni sciamaniche che incorporavano concetti simili. Nelle tradizioni degli sciamani, la terra, l’acqua, l’aria e il fuoco sono spesso considerati alleati spirituali, simboli di forze vitali e guaritrici. La connessione con la natura e la comprensione della sua forza vitale sono al centro dello sciamanesimo, in cui gli elementi sono considerati guide per la guarigione e la trasformazione.
Un Percorso Spirituale Universale
In tutte queste tradizioni, la teoria dei Quattro Elementi rappresenta un percorso spirituale universale. Essa riflette la nostra relazione intrinseca con il mondo naturale e la sua essenza primordiale. Oggi i quattro elementi possono essere associati agli stati di aggregazione della materia: la Terra simboleggia lo stato solido, la stabilità e la concretezza; l’Acqua rappresenta lo stato liquido, l’emozione e la capacità di entrare in empatia; l’Aria corrisponde allo stato gassoso e incarna l’intelletto e la libertà; il Fuoco, infine, può essere associato al plasma e simboleggia la passione e la trasformazione.
Attraverso millenni di storia umana, la teoria dei Quattro Elementi è stata una guida, una fonte di ispirazione e un veicolo per esplorare la complessità dell’esistenza. Oggi, mentre la scienza moderna ha offerto spiegazioni più dettagliate sulla composizione della materia, questi antichi elementi continuano a risuonare nella psiche umana, collegandoci alle nostre radici e al mistero eterno della vita.