Se è vero che lo Scorpione è tradizionalmente legato alla morte e all’under-world, non stupisce la totale aderenza simbolica tra il suo temperamento e le caratteristiche stagionali di novembre, il suo mese. Siamo nel pieno dell’autunno: la natura si ritira in se stessa, la luce s’incupisce e si fa più obliqua. È il periodo di Samhain/Ognissanti, il giorno in cui il velo tra i vivi e i morti si assottiglia. Noi ci mascheriamo da spettri per esorcizzare la paura di questo grande passaggio, per un giorno ci concediamo il lusso di sperimentare come si stia “dall’altra parte”. Sono giorni di silenzio e di introspezione; la vegetazione si spoglia, frutti e foglie si decompongono e vengono riassorbiti dal terreno. Eppure, a dispetto dell’apparente desolazione, nel buio del sottosuolo la vita pulsa e fermenta. I semi fecondano l’humus e restano in quiescenza in attesa di germinare. Come il terreno protegge il seme, allo stesso modo lo Scorpione tiene nascosta in sé la sua intenza forza libidica, che al momento giusto sarà liberata per innescare un processo di distruzione e rinascita.
A cura di Luca Picariello