Nel mito ebraico, Lilith fu la prima donna, antecedente alla creazione di Eva. Jahvé la cacciò dall’Eden in seguito al suo rifiuto di sottomettersi sessualmente ad Adamo. Possiamo considerarla la femminista originale, la prima amazzone, il più antico esempio di guerriera emancipata. Nel linguaggio astrologico Lilith simboleggia la furia primordiale generata da una brama inestinguibile. È una voragine che si spalanca e, come un vortice, turbina su se stessa sprigionando un’energia violentissima, incontenibile. È il desiderio scaturito dall’assenza, una smania potentissima in grado di generare vita e distruzione.
A partire dalla seconda parte di agosto, Marte andrà progressivamente a congiungersi a Lilith nel segno dell’Ariete, congiunzione che si farà sempre più stretta fino a perfezionarsi al grado l’8 settembre.
Cosa ci riserverà questa congiunzione? Il mito descrive una potente energia femminile che si ribella all’ingiustizia di una visione patricentrica, tutta fondata sul dominio del più forte sul più debole. È possibile quindi che vadano a inasprirsi le battaglie sociali che riguardano la parità di genere, l’orientamento sessuale e il riconoscimento di tutte quelle categorie che fino ad oggi sono state in posizione di svantaggio. Il rischio è che gli oppressi si trasformino in oppressori. Va ricordato che l’ira di Lilith nasce da una ferita profonda, dal dolore di chi ha visto la sua identità disconosciuta dal pensiero dominante. La coppia Marte-Lilith andrà a formare una secca quadratura con il segno del Capricorno, in cui già da un po’ stazionano Saturno, Plutone e Giove. Questo aspetto ci parla di conflitto tra le autorità costituite e i desideri individuali degli esseri umani, che vogliono riprendersi il potere sulla propria vita. Potremmo assistere a conflitti sempre più accesi, una simbolica “presa della Bastiglia” in cui tutti coloro che sono rimasti inascoltati inizieranno a far sentire la propria voce con crescente determinazione.
Certamente questo sistema corrotto ha i giorni contati. Complice la presenza di Plutone in Capricorno, le manipolazioni e i giochi di potere stanno lentamente venendo allo scoperto. Dovremo però far attenzione a non cadere nell’eccesso opposto. Nel mito, dopo l’ingiusta cacciata dall’Eden, Lilith diventa un furioso demone che contiene in sé tutti i tratti oscuri e distruttivi che sembrano raccogliere la testimonianza di un’antica paura, ovvero quella del sovvertimento degli schemi tradizionalmente imposti. Un’ossessa indemoniata che tormenta le notti dei giovani uomini, tanto che in molte famiglie ebraiche persiste l’usanza di proteggere i neonati maschi con un amuleto, affinché Lilith non li annienti prima del rito di circoncisione.
Lilith (il cui nome in accadico significa dea delle tempeste) scatena senza pietà la sua vendetta ai danni dell’universo maschile, incarnando appieno l’archetipo della strega misandrica.
L’incontro tra Marte e Lilith, dunque, può essere letto come rappresentazione dello scontro tra violenza maschile e violenza femminile. La differenza tra i due, tuttavia, è che Marte persegue i suoi obiettivi in modo diretto, mentre Lilith indulge in uno stato di eterno rancore che la fagocita dall’interno. È il caso delle femministe più estremiste, pronte ad azzannare la giugulare di ogni uomo reo di essere un “maschio bianco etero”.
La rabbia femminile (dove per femminile s’intende un archetipo e non un genere sessuale) non è rettilinea e non si muove in modo diretto verso un oggetto esteriore; è piuttosto una spirale, un vortice che scava in se stesso al fine di innescare un processo di catarsi. La rabbia maschile è al contrario direttamente rivolta alla distruzione del nemico, ed è più facile che si manifesti sotto forma di violenza fisica. Ecco allora evidenziarsi lo stereotipo dell’uomo rissoso, che scatta per niente e non è capace di contenere gli accessi d’ira.
Riusciranno questi due archetipi a cessare il fuoco, incontrandosi in un matrimonio sacro di opposti?
Dipende da noi, da ognuno di noi. Ogni cambiamento sociale inizia dalla consapevolezza individuale; è dentro di noi che scoppia la guerra. All’interno della psiche di ogni individuo ci sono istanze differenti tra loro che cercano d’integrarsi; quando l’integrazione fallisce, ecco che il conflitto deflagra e si manifesta poi all’esterno sotto forma di litigi, disordini civili e conflitti mondiali. Riflettiamoci.